“Saul Steinberg, Milano New York”, la mostra che sarà alla Triennale fino al prossimo 13 marzo, è il tributo ad uno dei più grandi disegnatori del XX secolo. Si sprecano le descrizioni su di lui, una delle più belle è forse quella di Fellini che lo definì “un grande artista, il più misterioso, il più libero”. La mostra ha raccolto davvero tanto; dalle cartoline ai libri e alle foto, passando per le celebri copertine per il New Yorker, la più famosa delle quali è stata riprodotta in milioni di poster. Le sue mappe, cartografie, timbri e tanto altro l’hanno fatto entrare nella storia dell’illustrazione. Ha disegnato la condizione umana, e Milano giustamente gliene rende merito.
Siamo più che mai alla ricerca di bellezza, gli occhi e il cuore ne hanno bisogno, perciò siamo fra coloro che hanno apprezzato l’exploit delle opere pubblicitarie per le strade di Milano. Il mural advertising è una forma d’arte in notevole espansione, che piace anche ai residenti dei quartieri interessati e che ha visto coinvolti finora grandi marchi; Samsung a Brera, Scalapay in corso Garibaldi. I nomi delle aziende sono scritti in piccolo mentre campeggiano sui muri della città opere eseguite con grande talento e con tecniche raffinate. Una comunicazione innovativa ma anche uno sguardo riqualificante che attraversa Milano.
La linfa vitale del nostro mestiere è la creatività con tutta la libertà e il coraggio che questa richiede. Ecco perché ci piace così tanto la New Wave, il movimento a cui ha dato vita Wolfgang Weingart; con lui la grafica e la fotografia hanno superato l’estetica minimalista, dando spazio alla varietà delle dimensioni e dei colori dei caratteri. Una vera e propria rivoluzione continuata dai suoi allievi, fra cui April Greiman, pioniera della contemporanea grafica digitale. Greiman ha sovvertito il mondo delle riviste con realizzazioni innovative come la tecnica del poster ripiegato o il metodo del collage fotografico, utilizzato in una celebre copertina. Servirebbe oggi un’altra rivoluzione così!
Da tempo si parla di ripartenza, noi vogliamo crederci e ci siamo preparati per il momento. E’ stato un anno di crisi che ci ha portato a profonde riflessioni sul nostro mestiere. Abbiamo cercato di farne tesoro e ci siamo rifatti il look per l’occasione, cambiando sede, sempre a Lainate, dove eravamo partiti nel lontano 1972.