Premiato al Sundance Film Festival, Fantastic Machine è un documentario duro quanto efficace sul valore e disvalore delle immagini o, meglio, dell’uso che se ne fa.
Prende il titolo dall’esclamazione di re Edoardo VII d’Inghilterra che, dopo aver visto il film sulla sua incoronazione girato però a Parigi…, esclamò:”Che macchina fantastica, ha ripreso anche momenti mai avvenuti”.
Il sistema delle immagini è così, scabroso e trasparente, manipolatorio o autentico, lo abita la logica dell’aut aut e tuttavia non è escludente.
In tempi di intelligenza artificiale vale la pena soffermarsi su qualcosa che ci riguarda tutti e che forse ci inquieta.
Tutti ne siamo fruitori, fotografia, cinema, TV, ma ne siamo anche produttori, reel, selfie, spot personali. Photoshop ora è certo una diavoleria naif rispetto a quanto si profila all’orizzonte.
L’orizzonte però va sempre visto, guardato e documentato; a chi guarda il diritto/dovere di discernere.